3 Pratiche religiose o spirituali

3.1 Partecipazione a funzioni religiose

La frequenza della partecipazione a funzioni religiose collettive (culto, messa ecc.) fornisce indicazioni in merito alle pratiche religiose della popolazione. Tra il 2014 e il 2019, il numero di persone che partecipavano a funzioni religiose collettive tra sei volte all’anno e una volta alla settimana è significativamente diminuita, passando dal 29 al 26% della popolazione. Questo calo della partecipazione si osserva principalmente tra le persone di 50 anni o più. La quota di persone che si è recata tra una e cinque volte all’anno in un luogo di culto per seguire una funzione religiosa negli ultimi dodici mesi è rimasta invariata al 40% dal 2014 (grafico 4). Dopo le persone senza appartenenza religiosa, quelle meno praticanti in tal senso sono quelle facenti parte delle comunità musulmane: circa il 46% di loro ha dichiarato di non aver mai partecipato a una funzione religiosa collettiva nel corso dei dodici mesi precedenti l’indagine. La differenza di partecipazione tra uomini e donne è significativa, poiché i musulmani che si sono recati alle funzioni almeno una volta a settimana sono il 18%, mentre le musulmane ad averlo fatto sono il 6%. Il 68% dei membri delle altre comunità evangeliche partecipa ad almeno una funzione religiosa alla settimana. Con una partecipazione a una funzione religiosa collettiva compresa tra sei volte all’anno e almeno una volta al mese, i più praticanti sono i cattolici (26%), seguiti dalle persone appartenenti alla comunità protestante: il 49% di loro dichiara di andare in chiesa tra una e cinque volte all’anno. Indipendentemente dall’appartenenza, l’87% delle persone che partecipano da una a cinque volte all’anno a una funzione religiosa collettiva lo fa in caso di un evento di ordine sociale, ad esempio in occasione di un matrimonio o di un funerale.

Rispetto al 2014, nel 2019 la partecipazione a funzioni religiose collettive per mezzo della televisione o della radio tende a calare, mentre quella via Internet è in leggero aumento. I membri delle altre comunità evangeliche sono coloro che prendono maggiormente parte a funzioni religiose attraverso i suddetti media (55%), seguiti da quelli della categoria delle altre religioni (38%), dai musulmani (29%) e dai cattolici (29%). Tra le persone senza appartenenza religiosa, ha dichiarato di farlo il 10% (grafico 5).

Le persone appartenenti alle comunità cattolica e protestante e alle altre comunità cristiane hanno dichiarato di seguire le funzioni religiose soprattutto in televisione (risp. 24, 21 e 19%). Le persone delle altre comunità evangeliche e musulmane e quelle delle altre religioni lo fanno più spesso via Internet (risp. 43, 23 e 31%).


3.2 Preghiera, religiosità e spiritualità

Anche la frequenza della preghiera è un indicatore della religiosità delle persone. Quasi un terzo delle persone appartenenti alla comunità cattolica (30%) e a quelle musulmane (31%) dichiara di pregare tutti i giorni o quasi (grafico 6). Rispetto all’ultima indagine, la quota di persone che dichiara di non aver mai pregato negli ultimi dodici mesi è aumentata per le comunità cattolica e protestante. Diminuisce invece per le comunità musulmane e per le altre religioni. Le persone della comunità protestante che dichiarano di non aver mai pregato negli ultimi dodici mesi sono proporzionalmente più numerose (38%) rispetto a quelle delle comunità musulmane (31%) e cattoliche (30%). Quelli che pregano più spesso sono i membri delle altre comunità evangeliche: il 30% di loro prega più volte al giorno e il 54% tutti i giorni o quasi. Quasi una persona su cinque tra quelle che hanno indicato di non avere alcuna appartenenza religiosa prega almeno una volta all’anno.

Rispetto al 2014, la religiosità delle persone della comunità protestante è diminuita, mentre è aumentata per le altre comunità evangeliche. Per quanto riguarda invece la categoria delle altre religioni e quella delle persone senza appartenenza religiosa non è stato osservato alcun cambiamento rispetto all’indagine precedente. Le persone appartenenti alle altre comunità evangeliche sono quelle che si dichiarano più religiose (83%, grafico 7), seguite da quelle delle comunità musulmane (62%). Anche le persone delle altre comunità cristiane, della comunità cattolica e quelle che professano altre religioni nella maggior parte dei casi si sono dichiarate piuttosto o molto religiose (risp. 56, 53 e 56%). I membri della comunità protestante si sono invece per lo più dichiarati poco o per nulla religiosi (60%), così come le persone senza appartenenza religiosa (94%). L’indagine del 2014 aveva messo in evidenza le differenze tra i sessi in materia di credenze e pratiche religiose in Svizzera UST (2016) Pratiche e credenze religiose e spirituali in Svizzera. Primi risultati dell’indagine sulle lingue, la religione e la cultura (ILRC) 2014. Neuchâtel. . Tali differenze sono state osservate anche nel 2019, in quanto a considerarsi piuttosto o molto religiosi erano il 42% delle donne contro il 35% degli uomini.

Le persone che hanno dichiarato di appartenere alla categoria delle altre religioni, che comprende le persone buddiste e quelle induiste, nella maggior parte dei casi hanno indicato di essere piuttosto o molto spirituali (66%, grafico 8), seguite dai membri delle altre comunità evangeliche (61%). La maggioranza delle persone appartenenti alla comunità protestante si considera poco o per nulla spirituale (69%), seguita dalle persone della comunità cattolica (59%), di quelle musulmane (58%) e di quelle appartenenti alle altre comunità cristiane (55%). Tra le persone senza appartenenza religiosa, il 31% si è dichiarato piuttosto o molto spirituale. Nel complesso la quota di persone che si sono dichiarate molto o piuttosto spirituali è leggermente aumentata rispetto al 2014, passando dal 35 al 37% della popolazione. Tale aumento è stato osservato principalmente per la comunità cattolica e per quella protestante.

3.3 Pratiche religiose o spirituali diverse

Le pratiche individuali permettono di avere uno sguardo d’insieme sulle pratiche spirituali della popolazione. Per esempio si è osservato che negli ultimi dodici mesi quasi un quarto della popolazione (24%) ha praticato con intento spirituale una tecnica basata sul movimento o sulla respirazione, come ad esempio lo yoga, il Tai Chi o il Qi Gong (grafico 9), attività in forte aumento rispetto al 2014 (19%). Si è registrato un incremento significativo anche per quanto riguarda le pratiche volte allo sviluppo personale, che sono passate dal 21% nel 2014 al 23% nel 2019.

In proporzione, le altre pratiche sono rimaste stabili rispetto ai risultati dell’indagine precedente.

I membri delle altre comunità evangeliche sono quelli che negli ultimi dodici mesi si sono più spesso dedicati alla lettura di un libro sacro (79%, grafico 10). Le persone delle comunità musulmane e quelle appartenenti alla categoria delle altre religioni hanno praticato tale attività rispettivamente nel 42 e nel 39% dei casi. Le persone delle altre religioni praticano più spesso diverse attività individuali come una tecnica basata sul movimento o sulla respirazione (44%) o la lettura di un libro che tratta di spiritualità (30%). Il 29% delle persone senza appartenenza religiosa ha intrapreso pratiche volte allo sviluppo personale e il 30% ha praticato con intento spirituale una tecnica basata sul movimento o sulla respirazione, come lo yoga o il Tai Chi.

La meditazione può essere parte sia di una pratica spirituale che di una volta allo sviluppo personale e ha un ruolo importante nelle pratiche individuali rilevate dall’IRLC. Infatti, il 40% della popolazione ha meditato almeno una volta nel corso dei dodici mesi precedenti l’indagine e l’11% lo ha fatto regolarmente, ovvero tutti i giorni o quasi. Le donne praticano la meditazione più spesso degli uomini: il 45% di esse ha meditato almeno una volta nell’ultimo anno, contro il 35% degli uomini (grafico 11). Inoltre, la maggior parte delle donne (52%) la pratica nella fascia d’età che va dai 50 ai 64 anni. Rispetto al 2014 la pratica della meditazione è inoltre aumentata considerevolmente tra le persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni.