Custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola nel 2018
Custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola nel 2018

Custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola nel 2018

Nonni, asili nido e strutture parascolastiche: i pilastri della custodia dei bambini

La custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola aiuta le famiglie a conciliare meglio le responsabilità professionali e familiari. In Svizzera, il 64% dei bambini di età inferiore a 13 anni usufruisce di una forma di custodia complementare alla famiglia, nella maggior parte dei casi presso nonni nonché asili nido e strutture di custodia parascolastica. In ciascuna di queste modalità viene accudito un terzo dei bambini. I nonni rientrano così a pieno titolo tra i pilastri della custodia dei bambini proprio come gli asili nido e le strutture parascolastiche. La loro prestazione di custodia, non remunerata, è stimata a 160 milioni di ore e a un valore «fittizio» in denaro di 8 miliardi di franchi all’anno. Per la custodia dei bambini a pagamento, le economie domestiche spendono in media il 4,4% del reddito lordo.

1 Introduzione

La custodia dei bambini complementare alla famiglia è un presupposto importante ai fini della conciliabilità tra famiglia e attività professionale. Per poter esercitare un’attività professionale, i genitori di bambini in età prescolastica e scolastica dipendono nella maggior parte dei casi dalle possibilità di custodia complementari alla famiglia. Queste possono essere distinte in istituzionali, vale a dire istituzioni pubbliche e private come asili nido, strutture di custodia parascolastica o famiglie diurne organizzate in rete, e non istituzionali, vale a dire nonni e altre persone della cerchia familiare e privata, famiglie diurne che non appartengono ad alcuna organizzazione o tate (per le definizioni, cfr. riquadro).

In Svizzera, negli ultimi anni questo settore ha conosciuto una certa evoluzione. L’offerta di custodia è stata ampliata, sono stati creati posti aggiuntivi in asili nido, in strutture di custodia parascolastica e presso famiglie diurne, in parte anche grazie alla legge federale sugli aiuti finanziari per la custodia di bambini complementare alla famiglia. L’obiettivo del programma d’incentivazione introdotto dalla Confederazione nel 2003 è quello di promuovere la creazione di posti supplementari per la custodia di bambini, di modo che i genitori possano conciliare meglio l’attività lavorativa o la propria formazione con i compiti familiari. https://www.bsv.admin.ch/bsv/it/home/finanzhilfen/kinderbetreuung.html

Domanda, offerta e utilizzo sono in un rapporto di interazione. La presente pubblicazione fornisce una panoramica delle informazioni statistiche disponibili sul tema della custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola. Contiene, dal punto di vista della domanda, dati sull’utilizzo, indagando quindi se e come le economie domestiche fanno ricorso alle offerte esistenti. Dal punto di vista dell’offerta, ad esempio il numero di posti e i bambini accolti presso strutture o famiglie diurne, vengono presentati solo i risultati per singole città, in quanto mancano dati armonizzati per tutta la Svizzera.

Dopo questa introduzione, il capitolo 2 si occupa della quota di bambini che usufruiscono della custodia complementare alla famiglia e alla scuola secondo diverse caratteristiche quali età, numero di altri bambini di età inferiore a 13 anni nell’economia domestica, provenienza e modello di attività professionale dei genitori. Le ore di custodia e la combinazione di più forme sono il tema dei due capitoli successivi. Il capitolo 5 presenta il grado di soddisfazione delle economie domestiche in funzione delle forme di custodia di cui si avvalgono. La quota di bambini in custodia, il numero dei posti di custodia offerti in singole città della Svizzera e le differenze regionali nell’utilizzo della custodia dei bambini complementare alla famiglia sono oggetto dei capitoli 6 e 7. La custodia di bambini in famiglie con passato migratorio è illustrata nel capitolo 8. Il capitolo 9 è dedicato alla custodia dei nipoti da parte dei nonni. Segue un capitolo sui costi della custodia, vale a dire sulle spese che economie domestiche e Cantoni devono affrontare per la custodia diurna. Per finire, il capitolo 11 presenta un confronto europeo per quanto concerne l’utilizzo della custodia, consentendo di paragonare la situazione in Svizzera con quella di altri Paesi.

Definizioni

La custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola è definita come la presa a carico regolare dei bambini da parte di istituzioni o privati organizzati in associazioni o reti (custodia istituzionale) o di privati generalmente esterni all’economia domestica (custodia non istituzionale).

La custodia istituzionale include le strutture di custodia private o pubbliche che accolgono i bambini. Esistono strutture destinate ai bambini in età prescolastica (asili nido), ai bambini in età scolastica (strutture di custodia parascolastica, scuole a orario continuato) e strutture per bambini di varie età. Anche le famiglie diurne sono considerate come una forma di custodia del settore istituzionale, a condizione che siano organizzate ad esempio in associazioni o reti di famiglie diurne. I servizi di custodia istituzionale sono a pagamento anche se, in alcuni casi, sovvenzionati.

La custodia non istituzionale rimanda alla custodia complementare alla famiglia a opera di persone non facenti parte di un’organizzazione, che possono essere sia professioniste indipendenti, come ad esempio famiglie diurne o tate (custodia formale), sia persone vicine alla famiglia o conoscenti dei genitori (custodia informale). In quest'ultimo caso, di solito, l’aiuto fornito non è remunerato.

La presente pubblicazione illustra i risultati in funzione del tipo di custodia (istituzionale o non istituzionale) e della forma di custodia (asilo nido, nonni, famiglia diurna ecc.). Per quest’ultima differenziazione, i risultati sono riferiti a tutte le famiglie diurne, siano esse organizzate in associazioni o reti o meno.

La statistica della custodia di bambini complementare alla famiglia è costituita da dati dal punto di vista della domanda, che analizzano l’utilizzo delle forme di custodia da parte dei genitori secondo diverse caratteristiche delle economie domestiche e dei bambini accuditi.

Dal punto di vista dell’offerta la statistica comprende, per i bambini in età prescolastica (0–3 anni), il numero dei posti di custodia disponibili e i bambini accuditi in strutture e famiglie diurne in alcune città della Svizzera.

Ulteriori informazioni:

Typologie der Betreuungsformen; UST 2015 (in tedesco)

www.bfs.admin.ch/bfs/de/home/statistiken/bevoelkerung/familien/familienergaenzende-kinderbetreuung.assetdetail.1343435.html

Typologie des modes de garde; UST 2015 (in francese)

www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/population/familles/accueil-extra-familial-enfants.assetdetail.1343436.html

2 Bambini accuditi al di fuori della famiglia

In Svizzera, quasi i due terzi (64%) dei bambini di età inferiore a 13 anni usufruiscono di una forma di custodia complementare alla famiglia. Vale a dire che in una settimana normale utilizzano una o più forme di custodia complementare alla famiglia. Questa definizione comprende asili nido, strutture di custodia complementari alla scuola come strutture di custodia parascolastica e scuole a orario continuato, famiglie diurne, tate, ragazze/i alla pari, baby-sitter, nonni e altre persone della cerchia di parenti, amici o vicini. Nella fascia di età da 0 a 3 anni la percentuale è del 71%, mentre in quella da 4 a 12 anni è del 60%.

Per la custodia dei bambini i genitori si affidano con maggiore frequenza ai nonni nonché agli asili nido o alla custodia complementare alla scuola, come ad esempio le scuole a orario continuato o le strutture di custodia parascolastica. Queste due forme di custodia sono utilizzate ciascuna per circa un terzo dei bambini al di sotto dei 13 anni (nonni 33%, asilo nido o custodia parascolastica 32%).

Circa il 60% dei bambini affidati ai nonni oppure a un asilo nido o una struttura parascolastica ha solo questa come unica forma di custodia complementare alla famiglia, mentre gli altri fanno ricorso anche ad almeno un’altra forma di custodia.

I nonni svolgono un ruolo importante soprattutto per i bambini più piccoli: in una settimana normale, a essere accudito dai nonni è il 40% dei bambini al di sotto dei 4 anni. Questa percentuale è del 29% per i bambini da 4 a 12 anni. In confronto, la differenza per gli asili nido e la custodia parascolastica è poco marcata: la quota è del 34% per i bambini al di sotto dei 4 anni e del 31% per quelli da 4 a 12 anni.

Meno comune è la custodia da parte di altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini (esclusi i nonni), di famiglie diurne Se non diversamente indicato, si intendono tutte le famiglie diurne, indipendentemente dal fatto che appartengano o meno a un’associazione o a una rete. nonché di tate, ragazze/i alla pari o baby-sitter. Quasi un decimo (9,3%) dei bambini di età inferiore a 13 anni è accudito da persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), amici o vicini, il 5% da famiglie diurne e un altro 5% da tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter.

Tendenzialmente, a essere accuditi da persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini sono un po’ più spesso i bambini più grandi (9,8%; 0–3 anni: 8,4%). Le famiglie diurne sono invece una forma un po’ più diffusa per i bambini di età inferiore a 4 anni (6,2%; 4–12 anni: 4,8%; grafico G1).

2.1 Influsso del tipo di economia domestica

Il ricorso alla custodia dei bambini complementare alla famiglia è influenzato da numerosi fattori. Oltre alla disponibilità delle offerte di custodia e alle differenze regionali a essa legate (approfondite al capitolo 7), svolgono un ruolo importante anche la composizione dell’economia domestica, la provenienza e il modello di attività professionale dei genitori.

I genitori che vivono da soli si avvalgono con maggiore frequenza della custodia complementare alla famiglia rispetto ai genitori che vivono in coppia: a essere accudito da terzi è il 77% dei bambini che vive in economie domestiche con un solo genitore, contro il 62% di quelli che vivono in famiglie con entrambi i genitori. I genitori che vivono da soli non possono affidarsi a un partner che vive nella stessa economia domestica per la custodia dei bambini e necessitano quindi di soluzioni esterne. Inoltre, hanno spesso un grado di occupazione relativamente elevato.

Vi sono differenze anche per quanto concerne le forme di custodia utilizzate: le quote di bambini accuditi in un asilo nido o in una struttura di custodia parascolastica (49%), da persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini (14%), da una tata, ragazza/o alla pari o baby-sitter (8,5%) o da una famiglia diurna (7,6%) sono più elevate per le economie domestiche con un solo genitore rispetto a quelle costituite da una coppia (asilo nido o struttura di custodia parascolastica: 30%; persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini: 8,8%; tate, ragazze/i alla pari o baby-sitter: 4,6%; famiglie diurne: 5,0%).

I bambini che vivono in economie domestiche costituite da una coppia sono tendenzialmente accuditi dai nonni più spesso dei bambini che vivono con un solo genitore. Le percentuali sono rispettivamente del 33 e del 28% (grafico G2).

Le economie domestiche monoparentali si avvalgono con una frequenza lievemente maggiore di persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini e ricorrono più spesso anche a tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter nonché a famiglie diurne, che se non appartengono ad alcuna rete valgono anch’esse come forma di custodia non istituzionale Il 38% dei bambini accuditi da famiglie diurne rientra in una forma di custodia che non appartiene ad alcuna rete. . In generale però ricorrono un po’ più spesso alla custodia istituzionale (asili nido, strutture di custodia parascolastica e famiglie diurne che appartengono a una rete) o a una combinazione di custodia istituzionale e non istituzionale rispetto alle coppie, che tendono ad avvalersi più spesso delle forme di custodia non istituzionali, in particolare dei nonni.

Il ricorso alla custodia dei bambini complementare alla famiglia è influenzato anche dalle dimensioni della famiglia. I bambini che non vivono con altri bambini di età inferiore a 13 anni nella stessa economia domestica sono accuditi al di fuori della famiglia un po’ più spesso (66%) rispetto a quelli che vivono con altri bambini sotto i 13 anni (63%). I bambini che non vivono con altri bambini di età inferiore a 13 anni nella stessa economia domestica sono accuditi più spesso in asili nido e strutture di custodia parascolastica, nonché da famiglie diurne o da persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini. Invece per i bambini che vivono con altri bambini di età inferiore a 13 anni i genitori tendono ad affidarsi più spesso alla custodia da parte dei nonni e si avvalgono più spesso di tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter, anche perché queste ultime diventano finanziariamente più interessanti in presenza di più bambini (grafico G3).


2.2 Influsso della provenienza

I bambini di nazionalità svizzera o con una nazionalità dell’Europa settentrionale od occidentale usufruiscono tendenzialmente con maggiore frequenza di custodia complementare alla famiglia (risp. 65 e 66%) rispetto ai bambini con nazionalità dell’Europa meridionale o di altre nazionalità (risp. 59 e 49%) Le nazionalità dell’Europa settentrionale e occidentale sono: Austria, Belgio. Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Monaco, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. Le nazionalità dell’Europa meridionale sono: Andorra, Città del Vaticano, Grecia, Italia, Portogallo, San Marino e Spagna. Le altre nazionalità rientrano nella definizione di «altri Paesi». .

Analizzando le singole forme di custodia, le differenze sono nette: se il 29% dei bambini con passaporto svizzero è accudito in un asilo nido o una struttura parascolastica, questa percentuale è molto più elevata (50%) per i bambini con una nazionalità dell’Europa settentrionale od occidentale. Il 40% dei bambini di nazionalità svizzera è accudito dai nonni, mentre questo è il caso solo per il 5% dei bambini con nazionalità dell’Europa settentrionale od occidentale. Per i bambini con nazionalità dell’Europa meridionale o con un'altra nazionalità questa percentuale si attesta in entrambi i casi al 14%. Ciò dipende naturalmente dal fatto che i nonni dei bambini di nazionalità straniera spesso vivono in un altro Paese (grafico G4).

Si osservano differenze anche nel ricorso a tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter nonché a persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini e a famiglie diurne. Per i bambini con nazionalità dell’Europa settentrionale od occidentale, la percentuale di custodia da parte di tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter (8,9%) è quasi doppia rispetto a quella rilevata per i bambini con passaporto svizzero (4,6%). I bambini con nazionalità dell’Europa meridionale sono accuditi tendenzialmente più spesso da persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini (12%) nonché da famiglie diurne (8,1%) rispetto ai bambini con passaporto svizzero (risp. 9,2 e 5,1%).

2.3 Modelli di attività professionale dei genitori

Il ricorso alla custodia dei bambini complementare alla famiglia è, come ci si può aspettare, nettamente superiore se la madre lavora almeno a tempo parziale rispetto ai casi in cui la madre non lavora. In queste economie domestiche, la quota di bambini accuditi al di fuori della famiglia è di circa tre quarti e le differenze tra i diversi modelli di attività professionale sono minime. Tendenzialmente, i bambini delle economie domestiche in cui entrambi i genitori lavorano a tempo parziale usufruiscono un po’ più spesso (77%) di custodia complementare alla famiglia rispetto a quelli il cui padre lavora a tempo pieno e la madre a tempo parziale (72%) oppure i cui genitori sono entrambi attivi a tempo pieno (74%) Il 26% dei bambini con entrambi i genitori che lavorano a tempo pieno non usufruisce di custodia complementare alla famiglia. Può essere il caso ad esempio di genitori con orari di lavoro atipici (lavoro notturno, lavoro su chiamata ecc.), che si alternano a casa, o di bambini che usufruiscono di altre forme di custodia non contemplate dalla statistica dell’UST (aiuto per i compiti, offerte per il tempo libero come sport o musica oppure altro). Inoltre, a volte i bambini sono probabilmente accuditi anche da fratelli o sorelle maggiori, senza che i genitori dichiarino questa forma come custodia dei bambini complementare alla famiglia. Dal momento che si tratta di bambini fino ai 12 anni, tra i bambini più grandi vi sono anche quelli che restano a casa da soli mentre i genitori lavorano. .

Nettamente inferiore è la quota di bambini accuditi al di fuori della famiglia se la madre non esercita un’attività professionale. Comunque, il fatto che anche in queste economie domestiche un po’ più di un terzo dei bambini sia accudito al di fuori della famiglia dimostra che il fabbisogno di custodia non dipende esclusivamente dall’attività professionale. I genitori affidano i bambini ad altre persone o strutture anche per svolgere attività extra professionali o per consentire loro il contatto con altri bambini o membri della famiglia, ad esempio con i nonni.

I genitori che lavorano entrambi a tempo pieno o entrambi a tempo parziale utilizzano un po’ più spesso asili nido e strutture parascolastiche rispetto alle coppie in cui il padre lavora a tempo pieno e la madre lavora a tempo parziale o non lavora. Le percentuali di bambini che utilizzano queste forme di custodia sono del 41% se entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, del 40% se entrambi lavorano a tempo parziale e del 33% se la madre lavora a tempo parziale e il padre a tempo pieno. Se il padre lavora a tempo pieno e la madre non lavora, la quota è del 15%.

Alla custodia da parte dei nonni si affidano soprattutto le coppie nelle quali entrambi i genitori lavorano a tempo parziale o nelle quali il padre lavora a tempo pieno e la madre a tempo parziale. In queste economie domestiche, le quote di bambini accuditi dai nonni sono rispettivamente del 44 e del 42% (grafico G5).

Nelle economie domestiche in cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, la quota di bambini accuditi da tate, ragazze/i alla pari o baby-sitter è, con l’11%, più del doppio di quella riscontrata in presenza di altri modelli di attività professionale. Si ricorre tendenzialmente con maggiore frequenza anche a famiglie diurne. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che questi genitori hanno un elevato fabbisogno di custodia e l’organizzazione è spesso più semplice quando ci si avvale di tate, ragazze/i alla pari o famiglie diurne.

3 Numero delle ore di custodia

I bambini di età inferiore a 13 anni accuditi al di fuori della famiglia trascorrono in media 14,5 ore alla settimana nelle strutture di custodia o con le persone cui sono affidati.

Oltre due quinti dei bambini vi trascorre 1–9 ore (44%) e altri due quinti 10–29 ore (42%) alla settimana. Il 14% trascorre 30 o più ore in strutture complementari alla famiglia o con le persone cui è affidato.

Il tempo di custodia per i bambini da 0 a 3 anni è, con una media di 21,1 ore alla settimana, nettamente superiore a quello per i bambini da 4 a 12 anni (in media 10,7 ore).

Tra i bambini di età inferiore a 4 anni, il 23% è accudito al di fuori della famiglia 1–9 ore alla settimana, il 50% 10–29 ore alla settimana e il 27% 30 o più ore.

Per quanto concerne i bambini da 4 a 12 anni, oltre la metà (57%) è accudita al di fuori della famiglia per 1–9 ore settimanali. La percentuale è del 38% per un tempo di custodia di 10–29 ore e del 5,9% per 30 o più ore (grafico G6).

Ciò è dovuto in particolare al fatto che i bambini più grandi frequentano la scuola dell’infanzia o la scuola dell’obbligo e, durante questi orari, non hanno necessità di un’offerta di custodia complementare alla famiglia.

Osservando le singole forme di custodia Dal momento che per alcuni bambini viene fatto capo a più forme di custodia, questo dato non corrisponde necessariamente al numero di ore complessive in cui i bambini vengono accuditi al di fuori della famiglia. emerge che, per quanto concerne i nonni e le altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini, le quote di bambini accuditi per 1–9 ore alla settimana è, con il 60 e l’81%, maggiore rispetto alle forme di custodia istituzionale come gli asili nido e la custodia parascolastica (48%), le tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter (52%) e le famiglie diurne (54%, grafico G7). Pochi sono invece i bambini accuditi per più di 30 ore dai nonni (4,9%) o da altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini (3,2%). Una durata della custodia uguale o superiore a 30 ore è più frequente per gli asili nido e le strutture parascolastiche (11%), seguiti dalle famiglie diurne (9,7%) nonché da tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter (8,3%). Ciò si rispecchia anche nel tempo medio di custodia settimanale: quello più elevato si osserva per asili nido e strutture di custodia parascolastica (13,4 ore). Per i nonni questo tempo medio è di 9,9 ore; per le altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini è di 6,3 ore.

4 Combinazione di più forme di custodia

La maggior parte, vale a dire quasi tre quarti dei bambini, usufruisce di una sola forma di custodia complementare alla famiglia (72%), un quarto si avvale di due forme e il 3,4% di tre o più. Le quote non mostrano differenze di rilievo secondo l’età dei bambini.

L’utilizzo di più forme di custodia può essere legato a un maggiore onere organizzativo per i genitori e richiede maggiore flessibilità. Per i bambini significa avere più persone di riferimento.

I genitori che vivono da soli utilizzano tendenzialmente un po’ più spesso più forme di custodia rispetto alle economie domestiche costituite da una coppia. Nelle economie domestiche monoparentali, il 27% dei bambini ha due forme di custodia; il 6,5% tre o più forme. Per le economie domestiche costituite da una coppia, queste percentuali sono rispettivamente del 24 e del 3%. Di conseguenza, tra questi ultimi è leggermente più frequente il ricorso a una sola forma di custodia (72%). Nelle economie domestiche monoparentali questa percentuale è del 66%. Si osservano differenze anche a seconda della provenienza: tra i bambini con passaporto svizzero quelli che usufruiscono di due o più forme di custodia sono quasi un terzo (31%); per i bambini di nazionalità straniera questa percentuale è di un quinto. Di conseguenza, per questi ultimi la quota di quelli che usufruiscono di una sola forma di custodia supera di circa dieci punti percentuali quella relativa ai bambini con cittadinanza svizzera (grafico G8). Tra i bambini stranieri con nazionalità dell’Europa settentrionale, occidentale e meridionale o con altra nazionalità, invece, le differenze sono trascurabili.

5 Soddisfazione

La soddisfazione delle famiglie in Svizzera rispetto alla custodia istituzionale e non istituzionale dei loro bambini in età prescolastica e scolastica è misurata su una scala da 0 («per niente soddisfatti») a 10 («molto soddisfatti»).

Nel 2018 quasi nove genitori su dieci (87%) si sono definiti «soddisfatti» o «molto soddisfatti» (valori 8–10) delle prestazioni di custodia istituzionale utilizzate, vale a dire asili nido, strutture di custodia parascolastica nonché famiglie diurne che appartengono a una rete (grafico G9).

Il 64% era «molto soddisfatto» (valori 9–10) della custodia istituzionale. Una soddisfazione che si può ancora considerare alta (valore 8) è stata indicata da circa un quarto (23%) dei genitori. Solo circa un ottavo ha indicato valori da «mediamente soddisfatti» (valori 6–7) a «scarsamente» o «non o per niente soddisfatti» (valori 5–0).

Ancora nettamente maggiore è la soddisfazione per quanto concerne la custodia non istituzionale, vale a dire dispensata da nonni, da altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini, da tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter nonché da famiglie diurne che non appartengono a una rete. Il 96% dei genitori intervistati ha indicato valori tra «soddisfatti» e «molto soddisfatti» (valori 8–10) per le forme di custodia non istituzionale utilizzate e solo il 4% le ha valutate tra mediamente e per niente soddisfacenti. Il confronto tra i due tipi di custodia dei bambini mostra che la soddisfazione è significativamente più elevata per le forme di custodia non istituzionali.

Inoltre ai genitori è stato chiesto se vi fosse un fabbisogno non coperto di custodia istituzionale. Per quasi l’11% dei bambini già accuditi in forma istituzionale, al momento del sondaggio era presente un ulteriore fabbisogno. Come ragione per questa lacuna sono stati indicati in particolare motivi finanziari e, con una frequenza leggermente inferiore, la mancanza dell’offerta.

I genitori hanno indicato un fabbisogno di questa forma di custodia anche per il 7% dei bambini che nel 2018 non sono stati affidati ad alcuna forma di custodia istituzionale. Anche in questo caso sono indicati perlopiù motivi finanziari.

6 Bambini accuditi e posti di custodia
in alcune città

La custodia dei bambini complementare alla famiglia può essere analizzata anche dal punto di vista dell’offerta. Come menzionato nell’introduzione, per quanto concerne l’offerta i dati disponibili riguardano le città che prendono parte ai progetti Cercle Indicateurs e City Statistics e considerano esclusivamente la custodia di bambini in età prescolastica, vale a dire da 0 a 3 anni (per ulteriori informazioni a tale proposito cfr. riquadro).

La quota di bambini in età prescolastica accuditi in una struttura o in una famiglia diurna varia in modo relativamente accentuato nelle città in esame: dai 247 bambini su 1000 da 0 a 3 anni a Bülach ai 945 su 1000 della stessa fascia di età a Baden (grafico G10). Baden e Zurigo hanno un grado di copertura molto elevato per i bambini di questa fascia di età.

I dati disponibili, tuttavia, non indicano quanti dei bambini in custodia nelle città provengono dalla città stessa. Un numero elevato di bambini accuditi rispetto a quelli abitanti nella città può essere ricondotto anche al fatto che molti bambini frequentano strutture nelle città dove i genitori lavorano, pur senza abitarci. Ciò succede soprattutto nel caso dei bambini che frequentano gli asili nido aziendali.

Tra le città considerate, Baden presenta anche i più alti tassi di posti totali e sovvenzionati per 1000 bambini in età prescolastica (da 0 a 3 anni, grafico G11). Illnau-Effretikon, con rispettivamente 140 e 110 posti totali e sovvenzionati per 1000 bambini in età prescolastica, è la città con i tassi più bassi. Dal 2014, nelle città considerate si constata un aumento globale dell’offerta di posti (totali e sovvenzionati).

I posti di custodia possono essere sovvenzionati con diversi strumenti: ciò limita le possibilità di confronto tra le varie città. Inoltre, l’indicatore non tiene conto del grado di sovvenzionamento, né delle soglie di reddito che determinano l’accesso ai posti sovvenzionati. Non sono presi in considerazione nemmeno gli aiuti finanziari dei datori di lavoro ai genitori.

Varie città come Berna, Binningen, Bülach, Lucerna, San Gallo e Winterthur funzionano con un sistema di buoni di custodia che consiste nel sovvenzionare i bambini anziché i posti nelle strutture. In questo modo, in teoria, tutti i posti possono essere sovvenzionati, perché i genitori possono utilizzare i buoni in qualsiasi struttura appartenente al sistema.

Questi numeri evidenziano un’offerta di posti di custodia dei bambini molto varia a livello regionale. Nel prossimo capitolo queste differenze regionali sono analizzate dal punto di vista dell’utilizzo dell’offerta esistente.

L’indagine sull’offerta di custodia dei bambini complementare alla famiglia è condotta nel quadro del Cercle Indicateurs (CI) e di City Statistics (CiStat), nelle città partner di questi progetti.

La scelta di limitarsi alla custodia dei bambini in età prescolastica (0–3 anni) per questa indagine è motivata dalle notevoli differenze tra i Cantoni e le città per quanto concerne le modalità di custodia dei bambini in età scolastica. Pertanto.

L’interpretazione dei dati richiede molta prudenza. Le città partner dei progetti CI e CiStat, principali utenti dei dati, sono in grado di ricontestualizzare i dati.

7 Diversità regionali nell’utilizzo della
custodia dei bambini complementare
alla famiglia

Nei capitoli precedenti è stata analizzata la custodia dei bambini complementare alla famiglia dal punto di vista dei bambini accuditi. Il presente e il prossimo capitolo prenderanno invece in esame il punto di vista delle economie domestiche. La custodia dei bambini complementare alla famiglia è utilizzata in modo molto diverso nelle varie regioni. Ciò dipende tra l’altro dalla disponibilità delle offerte stesse.

7.1 Svizzera tedesca, francese e italiana

Nella Svizzera francese, ad avvalersi della custodia dei bambini complementare alla famiglia sono quasi i tre quarti (72%) delle economie domestiche con bambini di età inferiore a 13 anni, nella Svizzera tedesca e italiana sono circa due terzi (risp. 67 e 64%, grafico G12).

Nella Svizzera francese oltre la metà delle famiglie utilizza offerte di custodia istituzionale (54%), il 31% esclusivamente e il 23% in combinazione con forme di custodia non istituzionale. Quasi un quinto (19%) si avvale esclusivamente di offerte di custodia non istituzionale. Nel complesso, quindi, nella Svizzera francese il 42% delle economie domestiche con bambini di età inferiore a 13 anni utilizza offerte non istituzionali. Nella Svizzera tedesca e in quella italiana, invece, sono le forme di custodia non istituzionale a dominare, con circa la metà delle economie domestiche che vi fa ricorso (risp. 47 e 51%). Una combinazione dei due tipi di custodia è utilizzata dal 15% delle economie domestiche della Svizzera tedesca e dal 13% di quelle della Svizzera italiana. Il 20% delle famiglie nella Svizzera tedesca utilizza esclusivamente la custodia istituzionale, una percentuale più elevata che nella Svizzera italiana (13%), ma nettamente inferiore a quella della Svizzera francese (31%).

Questi risultati rispecchiano la maggiore offerta presente nella Svizzera francese, avallata da vari studi, e sono confermati dall’analisi delle singole forme di custodia.

La forma di custodia più frequente in Svizzera francese è quella che comprende l’asilo nido e la custodia parascolastica (48%) e che rientra nella custodia di tipo istituzionale (grafico G13). Nella Svizzera francese è più frequente rispetto alle altre regioni della Svizzera anche il ricorso alle famiglie diurne (11%). Più di un terzo (risp. 36 e 37%) delle famiglie della Svizzera tedesca e italiana si affida innanzitutto alla custodia non istituzionale, in particolare ai nonni. Nella Svizzera francese questa percentuale è leggermente inferiore (30%). Indipendentemente dalla regione linguistica, circa una famiglia su dieci con bambini di età inferiore a 13 anni coinvolge nella custodia dei bambini altre persone della cerchia di parenti, vicini o amici.

7.2 Grandi città, regioni urbane e regioni rurali

Anche il luogo in cui vive la famiglia, che si tratti di una grande città, di un’altra regione urbana o di una regione rurale, influisce sul ricorso alla custodia di bambini complementare alla famiglia. La grande maggioranza (81%) delle famiglie con bambini di età da 0 a 12 anni che vive nelle grandi città si avvale di una forma di custodia esterna alla famiglia (grafico G14). Questo dato è molto più basso nelle altre regioni urbane e nelle regioni rurali: è del 66% in entrambi i casi. Se si considera il tipo di custodia, nelle grandi città quella istituzionale è utilizzata con la massima frequenza: il 41% delle famiglie si avvale esclusivamente di forme di custodia istituzionale, il 22% le utilizza in combinazione con forme non istituzionali. Solo il 17% delle famiglie nelle grandi città si avvale esclusivamente di custodia di tipo non istituzionale. Nelle regioni rurali avviene esattamente il contrario: il 38% utilizza esclusivamente la custodia non istituzionale, il 13% combina i due tipi di custodia e solo il 16% ricorre esclusivamente a quella ­istituzionale.

L’utilizzo delle singole forme di custodia conferma questo quadro. Le economie domestiche delle grandi città utilizzano molto più di frequente un asilo nido o una struttura di custodia parascolastica (62%) rispetto ai genitori in altre regioni urbane o nelle regioni rurali (risp. 37 e 24%, grafico G15). Questi ultimi si appoggiano più spesso ai nonni (40%) rispetto ai genitori che vivono in altre regioni urbane (33%) e nelle grandi città (26%). Le famiglie nelle regioni rurali ricorrono con una frequenza leggermente maggiore anche alle famiglie diurne rispetto a quelle delle grandi città (risp. 8,7 e 2,8%).

Le famiglie nella Svizzera francese e quelle che vivono nelle grandi città utilizzano più spesso due o più forme di custodia rispetto a quelle di altre regioni linguistiche, delle altre regioni urbane e delle regioni rurali (grafico G16).

7.3 La custodia dei bambini nei Cantoni

Le differenze tra le regioni linguistiche nell’utilizzo delle forme di custodia da parte delle economie domestiche nonché le differenze secondo regioni urbane e rurali si rispecchiano anche nei risultati osservati in funzione dei Cantoni. Nei Cantoni della Svizzera francese, nei Cantoni urbani come Basilea Città e Ginevra nonché nei Cantoni con una grande città come Zurigo, oltre il 70% dei genitori si avvale della custodia dei bambini complementare alla famiglia o alla scuola, soprattutto in forme istituzionali (carta G17), in particolare di asili nido e custodia parascolastica (ai primi posti troviamo GE con il 61% e BS con il 56%, carta G18). Nei Cantoni perlopiù rurali della Svizzera tedesca e in Ticino si ricorre con maggiore frequenza alla custodia non istituzionale (p. es. GR 65% e VS 53%). In questo contesto i genitori ricorrono soprattutto ai nonni: da rispettivamente il 26 e 28% nei Cantoni di Ginevra e Vaud fino al 43% nel Cantone di Basilea Campagna (carta G19). Si ricorre alle famiglie diurne soprattutto nei Cantoni del Giura (15%) e di Vaud (13%). Tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter sono diffuse perlopiù nel Cantone di Ginevra (14%). Altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini entrano in gioco per il 14% nei Cantoni di Argovia e Berna e solo per la metà (7%) nel Cantone di Vaud.



8 Custodia dei bambini complementare
alla famiglia nelle famiglie con passato migratorio

Le economie domestiche con passato migratorio ricorrono significativamente meno alla custodia complementare alla famiglia per i bambini da 0 a 12 anni rispetto a quelle senza passato migratorio (64 contro 71%; grafico G20). La quota di economie domestiche miste che fanno capo a una custodia di bambini complementare alla famiglia corrisponde a quella delle economie domestiche senza passato migratorio.

Le forme di custodia utilizzate dipendono tra l’altro dalle possibilità economiche e sono legate al contesto familiare e sociale. La forma di custodia più utilizzata dalle economie domestiche in cui almeno un genitore ha un passato migratorio sono gli asili nido e la custodia parascolastica (42%; grafico G21). Nelle famiglie senza passato migratorio, queste soluzioni sono utilizzate nella misura del 30%. Per queste ultime la forma di custodia più utilizzata sono i nonni (49%), che per i genitori con passato migratorio spesso non sono disponibili perché non vivono nelle vicinanze. Infatti solo il 16% si affida alla custodia da parte dei nonni. Nelle economie domestiche miste vi si fa ricorso nel 40% dei casi. Tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter rientrano tra le forme nettamente meno utilizzate, ma sono più frequenti tra le famiglie con passato migratorio rispetto a quelle senza (risp. 6,7 e 3,6%). Per le altre forme di custodia (famiglie diurne e altre persone della cerchia di parenti (esclusi i nonni), conoscenti e vicini) non si riscontrano differenze tra le economie domestiche con e senza passato migratorio.

Nell’indagine sulle famiglie e sulle generazioni (IFG), le economie domestiche con passato migratorio sono definite come segue: si tiene conto dello statuto migratorio della persona di riferimento e di quello del/della partner nell’economia domestica (se si tratta di un’economia domestica monoparentale, è considerato solo lo statuto della persona di riferimento).

La persona di riferimento non è considerata con passato migratorio se:

– è svizzera di nascita e almeno uno dei suoi genitori è nato in Svizzera; o

– è naturalizzata, nata in Svizzera e i suoi genitori sono entrambi nati in Svizzera.

Se la persona di riferimento non corrisponde a nessuno di questi due casi è considerata con passato migratorio.

Il/la partner nell’economia domestica non è considerato/a con passato migratorio se è svizzero/a di nascita; è invece considerato/a con passato migratorio se naturalizzato/a o di nazionalità straniera.

Se la persona di riferimento e il/la suo/sua partner hanno uno statuto migratorio diverso, l’economia domestica è considerata mista.

9 Custodia dei nipoti

In Svizzera i nonni forniscono un contributo molto importante alla custodia dei bambini complementare alla famiglia. Ciò emerge chiaramente dai capitoli precedenti. Un terzo dei bambini da 0 a 12 anni è accudito regolarmente dai propri nonni: il 40% di quelli da 0 a 3 anni e il 29% di quelli da 4 a 12 anni (cfr. cap. 2). Il 23% dei primi e il 17% dei secondi sono accuditi esclusivamente dai nonni, mentre il 17% e il 12% utilizzano questa forma di custodia in combinazione con una o più forme diverse.

Cambiamo ora il punto di vista e passiamo dal lato dei nonni che accudiscono i propri nipoti. La maggior parte dei nonni con nipoti al di sotto dei 13 anni ne assume la custodia regolarmente o occasionalmente (72%): il 40% accudisce i nipoti almeno una volta alla settimana, il 18% almeno una volta al mese e il 14% meno di una volta al mese o durante le vacanze. Solo il 28% non li accudisce mai. Le nonne accudiscono i nipoti più spesso dei nonni (grafico G22).

Poco più della metà dei nonni che accudiscono i nipoti almeno una volta alla settimana impiegano tra 1 e 9 ore alla settimana per svolgere questo compito (52% delle nonne e 53% dei nonni). Quasi un quinto assume la custodia dei nipoti per 20 ore o più (risp. 19 e 18%). Il tempo impiegato varia in modo minimo a seconda del sesso (grafico G23).

Nella maggior parte dei casi i nonni accudiscono i nipoti a casa propria (60%) oppure alternativamente a casa propria e a casa dei nipoti (20%). Li accudiscono esclusivamente a casa dei nipoti in poco meno di un quinto dei casi (grafico G24).

In una prospettiva macroeconomica, in Svizzera nel 2016 la custodia gratuita di bambini nell’ambito del volontariato informale ha raggiunto i 223 milioni di ore (grafico G25). Di queste, 69 milioni sono state prestate da uomini e 153 milioni da donne. Il volume di tempo per la custodia dei nipoti corrisponde a 160 milioni di ore ed è 2,5 volte maggiore di quello per la cura di altri bambini della parentela e non, che ammonta a 63 milioni di ore.


Con costi della manodopera stimati a fr. 50.90 all’ora per gruppi professionali comparabili, i 223 milioni di ore prestate nel 2016 per la custodia di bambini non remunerata corrispondono a un valore monetario «fittizio» di 11,3 miliardi di franchi. La custodia dei nipoti da sola è quantificata in un valore monetario di oltre 8 miliardi.

10 Spese per la custodia dei bambini

Le spese per la custodia dei bambini complementare alla famiglia e alla scuola sono ripartiti tra enti pubblici, attori privati e le famiglie che utilizzano queste offerte di custodia. Di seguito sono illustrati i costi da tre punti di vista differenti.

10.1 Le spese nel budget domestico

Tra tutte le economie domestiche con bambini da 0 a 12 anni, il 41% ha almeno una spesa nell’ambito della custodia dei bambini complementare alla famiglia. In media, queste spese ammontano a 619 franchi al mese per economia domestica, pari al 4,4% del reddito medio lordo di queste economie domestiche.

La quota principale, vale a dire 536 franchi al mese per economia domestica, è da attribuire alle spese per asili nido e strutture di custodia parascolastica. Per famiglie diurne si spendono invece solo 45 franchi al mese per economia domestica, che scendono a 38 franchi per tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter.

Tra le economie domestiche che spendono denaro per almeno una forma di custodia complementare alla famiglia, l’85% lo fa per asili nido e strutture di custodia parascolastica, mentre solo il 12% affronta spese per famiglie diurne e il 15% per tate, ragazze/i alla pari e baby-sitter.

Alcune economie domestiche spendono denaro per due o addirittura per tutte e tre le categorie (grafico G26).

Suddividendo le economie domestiche con almeno una spesa per la custodia dei bambini complementare alla famiglia in classi di reddito, risulta che l’importo di queste spese è strettamente legato al reddito medio disponibile.

Mentre le economie domestiche del terzo inferiore, con un reddito medio disponibile di 5825 franchi al mese, spendono in media 314 franchi per la custodia di bambini complementare alla famiglia, le spese del terzo superiore, con un reddito medio disponibile di 15 280 franchi al mese, sono di 963 franchi al mese (grafico G27).

Il valore monetario «fittizio» del lavoro non remunerato è una stima di quanto le economie domestiche private dovrebbero pagare una persona assunta a prezzi di mercato per svolgere questo stesso lavoro. Il parametro di riferimento è il costo medio del lavoro secondo i gruppi di professioni con attività affini.

Le spese delle economie domestiche per la custodia dei bambini complementare alla famiglia si basano su un raggruppamento triennale delle cifre dell’indagine sul budget delle economie domestiche dal 2015 e al 2017.

L’indagine sul budget delle economie domestiche registra sistematicamente le spese nell’arco di un mese. Ciò consente, oltre alla registrazione delle spese regolari, anche il rilevamento di spese sporadiche, come il ricorso in via eccezionale a una baby-sitter o a un pasto alla mensa scolastica. Per tale ragione, in questo tipo di analisi le quote di economie domestiche con spese per la custodia dei bambini tendono a essere più alte rispetto alle indagini che si riferiscono a una settimana «normale».

Le spese sono distinte per tre forme di custodia dei bambini complementare alla famiglia, tenendo presente che queste tre forme possono anche coesistere:

– asilo nido, strutture di custodia parascolastica e scuola a orario continuato (inclusi i pasti);

– famiglie diurne (appartenenti o meno a una rete; inclusi i pasti);

– tate, ragazze/i alla pari, baby-sitter e altre persone della cerchia di parenti, conoscenti e vicini.

È interessante notare che la quota del reddito lordo spesa per la custodia dei bambini complementare alla famiglia è relativamente stabile: nel terzo inferiore le spese incidono per il 4,0% del reddito lordo, nel terzo medio per il 4,6% e nel terzo superiore per il 4,4%.

È inoltre evidente che la quota di economie domestiche con spese per tate, ragazze/i alla pari o baby-sitter è molto più elevata nel terzo superiore (22%) rispetto agli altri due terzi (11% ciascuno).

10.2 Le spese per singolo bambino

Osservando i costi per ciascun bambino, emerge che nelle economie domestiche con bambini da 0 a 12 anni si spendono in media 465 franchi al mese e per bambino per la custodia in asili nido e strutture di custodia parascolastica (grafico G28).

La ripartizione delle spese per fascia di età e reddito dell’economia domestica evidenzia notevoli differenze. Mentre le economie domestiche della classe di reddito superiore per un bambino da 0 a 3 anni spendono in media 1160 franchi al mese nella categoria «asili nido, custodia parascolastica e scuole a orario continuato», nelle economie domestiche del terzo inferiore questo importo è di 403 franchi al mese per bambino.

Per i bambini più grandi, da 4 a 12 anni, le spese riguardano soprattutto la custodia parascolastica (p. es. scuole a tempo pieno, strutture di custodia diurna e strutture di refezione). In questa fascia di età gli importi sono nettamente inferiori, ma anche in questo caso le differenze a seconda della classe di reddito sono tangibili: per ciascun bambino da 4 a 12 anni in un’economia domestica del terzo superiore vengono spesi a questo scopo in media 354 franchi al mese, mentre l’importo corrispondente per un bambino del terzo inferiore è di 158 franchi al mese.

10.3 Le spese dei Cantoni

La statistica finanziaria sulle spese pubbliche per l’istruzione contiene i dati dei Cantoni e dei loro Comuni sulla custodia diurna. Questa comprende la custodia diurna esterna alla famiglia (vitto incluso) di bambini e giovani. Sono esclusi gli asili nido. Questa definizione corrisponde quindi con il termine di «custodia parascolastica» utilizzato in questa pubblicazione.

Con l’ampliamento dell’offerta della custodia dei bambini complementare alla scuola avvenuto negli ultimi anni, le spese dei Cantoni sono nettamente aumentate. Nel 2017 il Cantone di Zurigo ha destinato alla custodia diurna il 3,1% delle spese complessive per la formazione, seguito dal Cantone di Neuchâtel con il 2,9% (tabella 1). Anche i Cantoni di Ginevra (2,2%) e di Berna (2,0%) hanno speso quote relativamente elevate. Nell’arco di un decennio, dal 2008 al 2017, le spese sono cresciute diversamente a seconda del Cantone. Già dieci anni fa Zurigo e Ginevra facevano registrare le quote di spesa più elevate (1,6 e 1,3%). In tutti i Cantoni le spese si sono moltiplicate. Ciò è da ricondurre allo sviluppo generale dell’offerta di custodia dei bambini e al programma d’incentivazione introdotto dalla Confederazione nel 2003. Questo mette a disposizione tra l’altro aiuti finanziari per la creazione di posti di custodia complementare alla famiglia per bambini in età prescolastica e scolastica (cfr. nota 1).

Quota delle spese pubbliche per la custodia diurna sul totale delle spese per l'istruzione dei Cantoni
e dei loro Comuni, 2008–2017

In %

T1

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Svizzera 0,5 0,6 0,7 0,9 1,1 1,2 1,4 1,4 1,5 1,6
Zurigo 1,6 1,8 2,1 2,6 2,6 2,8 2,8 3,0 3,0 3,1
Berna 0,2 0,3 0,6 1,1 1,2 1,4 2,2 2,2 1,9 2,0
Lucerna 0,0 0,0 0,4 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,7 0,8
Uri 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4
Svitto 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3
Obvaldo 0,1 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,3 0,4 0,4
Nidvaldo 0,1 0,2 0,4 0,3 0,4 0,5 0,5 0,6 0,6 0,6
Glarona 0,1 0,3 0,3 1,1 1,2 1,4 1,6 1,6 1,7 1,8
Zugo 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 0,9 1,0 1,2 1,4 1,4
Friburgo 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 0,6 0,7 0,8 0,8 0,9
Soletta 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3
Basilea Città 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,1 1,1 1,3 1,4 1,5
Basilea Campagna 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,4 0,6 0,7 0,7 0,8
Sciaffusa 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2
Appenzello Esterno 0,2 0,3 0,3 0,3 0,3 0,5 0,5 0,5 0,6 0,6
Appenzello Interno 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
San Gallo 0,3 0,4 0,3 0,3 0,4 0,5 0,5 0,6 0,7 0,8
Grigioni 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,3 0,3 0,4 0,5
Argovia 0,1 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,3 0,4 0,4 0,4
Turgovia 0,0 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,4 0,4
Ticino 0,8 0,8 0,9 1,3 1,3 1,4 1,7 1,8 2,0 1,9
Vaud 0,0 0,0 0,6 1,3 1,5 1,5 1,5 1,5 1,6 1,6
Vallese 0,1 0,1 0,1 0,2 0,5 0,7 1,0 1,0 1,2 1,2
Neuchâtel 0,4 0,4 0,6 0,8 1,6 1,6 1,8 2,6 2,9 2,9
Ginevra 1,3 1,3 1,4 1,4 1,7 1,6 1,9 2,0 2,1 2,2
Giura 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,2 0,2 0,2

Stato al 5.9.2019

Fonti: UST – Statistica della spesa pubblica per la formazione (ÖBA); AFF - Statistica finanziaria

© UST 2020

11 La custodia dei bambini nel confronto
europeo

La custodia dei bambini è un tema importante non solo in Svizzera. Anche nei Paesi europei vicini si tratta di un tema di grande importanza, sia in relazione allo sviluppo dell’infrastruttura per la custodia, sia per quanto concerne temi come la conciliabilità tra lavoro e famiglia. Dove si colloca la Svizzera nel confronto con altri Paesi europei per quanto riguarda la custodia dei bambini al di fuori della famiglia? In quale misura i genitori in Svizzera utilizzano le varie possibilità di custodia in confronto agli altri Paesi europei?

Questo capitolo si concentra sulla custodia di bambini da 0 a 2 anni, in quanto l’età della scolarizzazione e il sistema scolastico sono disciplinati in modo molto diverso da Paese a Paese e ciò ha un influsso decisivo sull’organizzazione della custodia dei bambini.

In Svizzera due terzi (66%) dei bambini di età inferiore a 3 anni non viene accudito in modo formale. Questo dato è in linea con la media europea (65%; grafico G29).

Un terzo dei bambini da 0 a 2 anni, invece, è accudito in strutture formali per una media di 6,4 ore alla settimana. Solo il 6% dei bambini al di sotto dei 3 anni ne usufruisce per 30 ore o più alla settimana. Anche nella media europea circa un terzo dei bambini (35%) è affidato a una custodia di tipo formale. Tuttavia, con 9,8 ore alla settimana, la media è più elevata che in Svizzera. Ciò è da ricondurre alla quota notevolmente più elevata (20%) di bambini accuditi al di fuori della famiglia per 30 ore o più alla settimana. Nettamente diversa è la situazione ad esempio in Danimarca, dove a usufruire di un’offerta formale è il 63% dei bambini al di sotto dei 3 anni, dato molto più elevato che in Svizzera. Dal momento che il 55% di questi è accudito per 30 ore o più a settimana, la durata media della custodia risulta essere di 21,2 ore settimanali. Anche in Austria la situazione è completamente diversa. Qui, la percentuale di bambini di età inferiore a 3 anni accuditi in una struttura formale è appena del 20%. Inoltre, tra questi, solo il 7% ci trascorre 30 ore o più a settimana, portando la durata media settimanale della custodia a 4,7 ore.

In Svizzera le altre forme di custodia (privati, nonni, famiglie diurne indipendenti, ragazze/i alla pari ecc.) vengono utilizzate per il 40% dei bambini di età inferiore a 3 anni e per una durata media di 5,8 ore a settimana. Solo per il 3% dei bambini la durata è di 30 ore o più alla settimana (grafico 30). In Svizzera, queste altre forme di custodia svolgono un ruolo più importante che in altri Paesi europei. Nella media europea, solo il 28% dei bambini è accudito con queste altre forme di custodia. Con 5,5 ore settimanali, tuttavia, la durata è simile a quella svizzera. Una differenza molto grande con la Svizzera vi è ad esempio in Svezia, dove queste altre forme di custodia sono praticamente inesistenti: in questo Paese solo a malapena il 2% dei bambini vi viene accudito, per una media di 0,5 ore a settimana.

Il 43% dei bambini in Svizzera è accudito esclusivamente dai genitori. Questa percentuale si avvicina alla media europea (47%). In Germania questo è il caso del 59% dei bambini, mentre in ­Portogallo del 28%.

Nel confronto europeo sono utilizzati i termini custodia formale (asili nido, famiglie diurne organizzate in rete) e altre forme di custodia (privati, nonni, famiglie diurne indipendenti, ragazze/i alla pari ecc.). Diversamente dai capitoli precedenti, nel confronto tra i Paesi la frequenza scolastica viene considerata come custodia formale. Dunque, per facilitare la comparabilità, questo capitolo si concentra sui bambini di età inferiore a 3 anni, dal momento che i bambini di questa età, nonostante le diverse età di scolarizzazione nei vari Paesi, di norma non frequentano ancora la scuola.

Stato dei dati

Per tutte le analisi sono stati utilizzati i dati più recenti disponibili al momento della conclusione della redazione in marzo 2020.

Fonti dei dati

Dal 2013 l’indagine sulle famiglie e sulle generazioni (IFG), che fa parte del programma di rilevazione del censimento federale della popolazione, è realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) a cadenza quinquennale. Nel 2018 si è svolta per la seconda volta. Si tratta di una rilevazione campionaria mediante interviste telefoniche assistite da computer (CATI) e un successivo questionario scritto, disponibile online o in forma cartacea. Le persone intervistate fanno parte della popolazione residente permanente da 15 a 79 anni (al 1° gennaio 2018) che vive in un’economia domestica privata. Alla rilevazione hanno partecipato 16 815 persone.

Per maggiori informazioni: www.ifg.bfs.admin.ch

L’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC, Statistics on Income and Living Conditions) è una rilevazione coordinata a livello europeo e condotta annualmente in più di 30 Paesi. In Svizzera, l’indagine si basa su un campione di circa 7000 economie domestiche con circa 16 000 persone, coinvolte con un processo casuale nel quadro di campionamento dell’UST per le rilevazioni presso le persone e le economie domestiche (SRPH). La rilevazione si svolge al telefono. L’universo di base è costituito dalla popolazione residente permanente nelle economie domestiche private.

Per maggiori informazioni: www.silc.bfs.admin.ch

Il modulo «lavoro non remunerato» è compilato dal 1997 ogni tre o quattro anni nell’ambito della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) e rileva dati sul lavoro domestico e familiare e sul volontariato in Svizzera. Vengono registrati diversi tipi di lavoro non remunerato e il tempo investito a tale scopo.

Per maggiori informazioni:

www.bfs.admin.ch/bfs/it/home/statistiche/lavororeddito/rilevazioni/rifos-mod-lnr.html

Il conto satellite della produzione delle economie domestiche mette in relazione il valore monetario del lavoro non remunerato con il valore aggiunto lordo totale della Svizzera. La base del conto satellite è costituita dalle prestazioni produttive delle economie domestiche private che non sono tradotte in termini monetari, ovvero il tempo dedicato dai privati ai lavori non remunerati (p. es. a lavori domestici, compiti di assistenza o volontariato). Una valutazione monetaria attraverso il metodo dei costi di mercato effettuata mediante il costo medio del lavoro consente di mettere a confronto la produzione delle economie domestiche come flusso monetario «fittizio» con i conti economici nazionali.

Per maggiori informazioni:

https://www.bfs.admin.ch/bfs/it/home/statistiche/lavororeddito/rilevazioni/shhp.html

La rilevazione sull’offerta di custodia di bambini complementare alla famiglia è svolta a cadenza biennale dal 2014, nel quadro del Cercle Indicateurs (CI) e di City Statistics (CiStat), presso le città partner di questi progetti. In primo luogo si prefigge di rispondere al fabbisogno di informazione specifico a questi due progetti. Il CI è un sistema di indicatori dello sviluppo sostenibile per le città e i Cantoni e si avvale del numero di posti di custodia sovvenzionati ogni 1000 bambini in età prescolastica (0–3 anni) come indicatore dell’impegno delle città a favore delle pari opportunità, in particolare tra donne e uomini. CiStat (precedentemente Audit urbano) fornisce informazioni sulle condizioni di vita nelle città a livello europeo. In Svizzera, i dati riguardanti i bambini in età prescolastica accuditi e il numero di posti totali e sovvenzionati ogni 1000 bambini della stessa fascia di età fungono da indicatori della conciliabilità tra vita professionale e vita privata.

Per maggiori informazioni:

Cercle Indicateurs (in francese e in tedesco): www.cercle-indicateurs.bfs.admin.ch

City Statistics: www.urbanaudit.ch

L’indagine sul budget delle economie domestiche (IBED) ha come scopo la rilevazione dettagliata del budget delle economie domestiche della popolazione residente permanente in Svizzera. L’indagine si svolge di continuo a partire dal 1° gennaio 2000. Anche nel mese in corso vi hanno quindi preso parte circa 250 economie domestiche, selezionate con un processo casuale dal registro di campionamento dell’UST. L’universo di base è costituito dalla popolazione residente permanente entro i confini della Svizzera. L’unità di rilevazione è l’economia domestica privata. L’indagine sul budget delle economie domestiche è condotta sulla base di interviste telefoniche e questionari scritti.

Per ottenere risultati sufficientemente precisi per piccoli gruppi di popolazione, più anni conseguenti dell’IBED vengono riuniti, in modo da disporre di un campione più grande e quindi migliorare la qualità dei risultati. I risultati di campioni riuniti vengono pubblicati ogni tre anni. La più recente serie pubblicata si basa sugli anni dal 2015 al 2017 e comprende 9955 economie domestiche.

Per maggiori informazioni: www.ibed.bfs.admin.ch

La statistica della spesa pubblica per la formazione (ÖBA) fornisce informazioni sul finanziamento pubblico della formazione. Ogni anno l’UST calcola e pubblica indicatori e cifre chiave inerenti alla partecipazione di Confederazione, Cantoni e Comuni al finanziamento dei 26 sistemi scolastici cantonali. La base dei dati è costituita dalla statistica finanziaria dell’Amministrazione federale delle finanze (AFF). Quest’ultima non pubblica a livello così dettagliato i dati relativi alle spese dei Cantoni per la custodia diurna. Per questo l’UST pubblica le cifre solo come quote percentuali rispetto alle spese complessive per la formazione dei Cantoni e dei loro Comuni.

Per maggiori informazioni (in francese e in tedesco):

www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/education-science/enquetes/oeba.html

www.bfs.admin.ch/bfs/de/home/statistiken/bildung-wissenschaft/erhebungen/oeba.html