
La partecipazione alla formazione continua in Svizzera ai tempi della COVID-19
Da marzo 2020, la pandemia di coronavirus ha colpito la Svizzera in molti ambiti, non
risparmiando nemmeno quello della formazione continua. Nel 2020 il tasso di partecipazione annuo
delle persone dai 25 ai 74 anni è diminuito di quasi 5 punti percentuali rispetto al 2019 e di
12 punti tra i secondi trimestri del 2019 e del 2020. Nel 2020 il tasso di partecipazione delle
persone dai 70 ai 74 anni è diminuito, del 32% rispetto al 2019, a fronte di una diminuzione
solo del 12% per le persone dai 25 ai 29 anni. Le sezioni economiche che tra il 2019 e il 2020
hanno subito la diminuzione più netta del tasso di partecipazione alla formazione continua sono
state «Sanità e assistenza sociale» (–25%) e «Servizi di alloggio e di ristorazione»
(–26%).
Il presente articolo propone una visione generale della partecipazione alla formazione continua della popolazione dai 25 ai 74 anni nel 2020 rispetto agli anni precedenti, contestualmente alla pandemia di coronavirus. Passa in rassegna alcune caratteristiche delle persone partecipanti colpite, chi più chi meno fortemente, dalla crisi. I dati derivano dalla rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) che, in particolare, permette di analizzare l’evoluzione trimestrale del tasso di partecipazione alla formazione continua.
La prima parte dell’articolo è dedicato all’evoluzione trimestrale della partecipazione alla formazione continua nell’arco degli ultimi cinque anni. La seconda parte si concentra sulle caratteristiche specifiche dei partecipanti, come età, sesso, nazionalità, livello di formazione e condizione lavorativa, oltre che su Grandi Regioni, professione esercitata e sezione economica.
Il 2020 è stato un anno particolare per la formazione continua in Svizzera. La crisi sanitaria della COVID-19 e i provvedimenti restrittivi che ne sono derivati non sono estranei alla diminuzione generale della partecipazione alla formazione continua nel 2020, in particolare nel secondo trimestre. Questo calo è stato osservato per tutte le persone partecipanti a prescindere dalle loro caratteristiche sociodemografiche, residenziali o professionali; non tutte però sono state colpite allo stesso modo. La brusca accelerazione del contagio di coronavirus nel marzo del 2020 ha obbligato il Consiglio federale a proclamare la «situazione straordinaria» il 16 marzo 2020, che, a causa della chiusura degli istituti di formazione, ha provocato l’annullamento di tutte le formazioni presenziali. I primi allentamenti del divieto sono sopraggiunti l’11 maggio 2020, con l’autorizzazione dell’insegnamento presenziale fino a un massimo di cinque persone. Queste restrizioni sono poi state revocate completamente il 6 giugno 2020. In autunno, più precisamente il 2 novembre, poco dopo la ripresa del contagio epidemico, sono state nuovamente decretate restrizioni all’insegnamento, che però restava garantito a determinate condizioni, in particolare laddove le formazioni online non erano proponibili o i gruppi target non disponevano delle competenze di base per poterle seguire online.
Andamento trimestrale del tasso di partecipazione alla formazione continua
dal 2016 al 2020
Tra il 2016 e il 2019, l’andamento trimestrale del tasso di partecipazione alla formazione continua non ha presentato grandi variazioni e rispondeva agli effetti stagionali della partecipazione, vale a dire che presentava un picco nei secondi e quarti trimestri e si situava al livello più basso nel terzo, nella stagione estiva. Nel 2020, il tasso di partecipazione alla formazione continua in Svizzera si è comportato inizialmente in modo simile agli anni precedenti. Nel secondo trimestre, invece, in concomitanza con la proibizione dell’insegnamento presenziale dal 16 marzo al 6 giugno 2020, vi è stata un’inversione di tendenza con una diminuzione del tasso di quasi la metà rispetto ai valori dei secondi trimestri degli anni precedenti, passando da circa il 29 al 17% tra il 2016 e il 2020 (v. G1).
Il tasso di partecipazione alla formazione continua nel secondo trimestre del 2020 è diminuito quasi della metà rispetto ai secondi trimestri dei quattro anni precedenti.
È poi risalito nel terzo e quarto trimestre del 2020, senza però tornare al livello degli anni precedenti. Nel quarto trimestre risultava ancora di 4 punti percentuali inferiore ai quattro anni precedenti.

Da uno studio pubblicato dalla Federazione svizzera per la formazione continua (FSEA) nel 2021, dedicato alle ripercussioni della pandemia di coronavirus su questo settore, emerge che, durante il divieto dell’insegnamento presenziale nel 2020, solo il 10% dei corsi di formazione continua proposti ha potuto avere luogo come previsto Gollob, Sofie/Fleischli, Martina/Sgier, Irena (2021): Répercussions de la pandémie de coronavirus sur la formation continue. Résultats de l’enquête annuelle auprès des prestataires de formation continue (enquête sur la formation continue 2020/2021). Zurigo: FSEA, pag. 5 (in francese). . Alla luce di questo andamento, l’85% dei fornitori di corsi di formazione continua interrogati nel quadro dello studio summenzionato ha dichiarato di aver modificato l’offerta formativa, principalmente rendendola idonea alle tecnologie digitali, ma anche diminuendo le dimensioni dei gruppi di partecipanti o abbreviando la durata dei corsi online. Gran parte dei fornitori di corsi di formazione continua ha quindi adattato la propria offerta al formato digitale in modo da poter continuare a fornire le prestazioni. Detto ciò, lo studio della FSEA mette in evidenza che, durante e dopo il divieto di insegnamento presenziale, nonostante l’adeguamento dell’offerta, anche la domanda di formazione continua è diminuita, in particolare a causa del clima di insicurezza e della variazione delle priorità dei partecipanti.
La crescita del tasso di partecipazione tra giugno e dicembre 2020 potrebbe essere spiegata con l’allentamento delle restrizioni dall’inizio di giugno, ma anche con gli sforzi di adattamento compiuti dai fornitori di corsi di formazione continua volti a mantenere l’offerta nonostante le restrizioni e il clima di insicurezza che hanno contribuito a far contrarre la domanda.
Partecipazione alla formazione continua tra
il 2019 e il 2020 secondo varie caratteristiche
In generale, la diminuzione del tasso di partecipazione alla formazione continua nel 2020 rispetto al 2019 si è verificata ovunque, in modo più o meno omogeneo a seconda delle caratteristiche analizzate. I valori annui presentati in questa sede corrispondono alle medie annue dei quattro trimestri della RIFOS. I valori relativi, invece, corrispondono alla variazione percentuale del tasso di partecipazione alla formazione continua tra il 2019 e il 2020.
Paragone secondo il sesso, la nazionalità,
il livello di formazione e la situazione
occupazionale
Tra il 2019 e il 2020, il tasso di partecipazione alla formazione continua annuo medio è passato dal 27 al 22% tra la popolazione residente permanente della Svizzera dai 25 ai 74 anni, registrando una variazione percentuale tra il 2019 e il 2020 di –18%.
In funzione del sesso, del livello di formazione e della situazione occupazionale, si nota che, tra il 2019 e il 2020, il tasso di partecipazione alla formazione continua subisce una variazione quasi identica, indipendentemente dalla caratteristica esaminata (v. G2). La diminuzione in termini relativi del tasso di partecipazione tra il 2019 e il 2020 è di –17% per gli uomini e di –19% per le donne; per quanto riguarda il livello di formazione, varia tra –16% per le persone diplomate del livello terziario e –22% per quelle diplomate del livello secondario II; osservandola nell’ottica della situazione occupazionale, la variazione oscilla tra –17% per le persone occupate e –20% per quelle disoccupate ai sensi dell’ILO I dati presentati nell’ottica della condizione lavorativa non permettono di desumere se le persone disoccupate ai sensi dell’ILO abbiano avuto l’opportunità di formarsi durante il periodo di disoccupazione forzata. È possibile che la gestione della crisi sanitaria «navigando a vista» non abbia favorito i progetti di formazione a lungo termine. . Si può quindi affermare che le variazioni percentuali del tasso di partecipazione alla formazione continua tra il 2019 e il 2020 non sono particolarmente più nette in funzione delle suddette tre variabili e diminuiscono ovunque in modo omogeneo. In funzione della nazionalità, invece, tra il 2019 e il 2020, le differenze in termini relativi sono più nette per le persone di nazionalità svizzera (–21%) che per quelle di nazionalità straniera (–6%). La contrazione della partecipazione è proporzionalmente più bassa tra la popolazione straniera che tra quella svizzera, a prescindere dal livello di formazione e dalla classe di età. Detto ciò, questa differenza non si spiega né con la differenza della struttura delle età né con i diversi livelli di formazione dei due gruppi di popolazione. Per comprenderne le ragioni occorrerebbero ricerche supplementari.

Paragone secondo la fascia di età
L’età dei partecipanti è una delle caratteristiche demografiche che influenza maggiormente il tasso di partecipazione alla formazione continua. La partecipazione diminuisce infatti con l’età e questo calo è particolarmente percettibile dai 60 anni in su. Nel 2019, il tasso di partecipazione alla formazione continua per le persone dopo l’età del pensionamento era al di sotto del 15%, mentre oscillava tra il 33 e il 27% per le persone dai 29 ai 59 anni. Per sapere se nel 2020 la COVID-19 abbia influito sulla partecipazione più del solito, si rimanda al grafico G3 che presenta la variazione dei tassi di partecipazione alla formazione continua per fascia di età tra il 2019 e il 2020.
Nel 2020, il tasso di partecipazione alla formazione continua delle persone dai 70 ai 74 anni è diminuito del 32% rispetto al 2019, a fronte di una diminuzione solo del 12% per le persone dai 25 ai 29 anni.
Rispetto al 2019, nel 2020 la contrazione del tasso di partecipazione alla formazione continua è stata sensibilmente più marcata tra le persone dai 60 ai 74 anni che tra quelle più giovani (v. G3). Tra il 2019 e il 2020, il tasso di partecipazione delle persone dai 25 ai 44 anni è diminuito di percentuali che vanno dal 12 al 14%, mentre a partire dai 60 anni i cali oscillavano tra il 26% per le persone dai 60 ai 64 anni al 32% per quelle dai 70 ai 74 anni.

La COVID-19 ha quindi contribuito a far aumentare le differenze di tasso di partecipazione alla formazione continua tra le fasce di età. Vi sono varie spiegazioni possibili per questo calo legato all’età. Da un lato, il fatto che si tratti di persone definite più «a rischio» di contrarre la COVID-19 ha certamente contribuito alla caratteristica diminuzione nel 2020 della partecipazione delle persone più anziane che erano chiamate a rimanere a casa durante il confinamento parziale decretato in Svizzera dal 16 marzo. D’altro canto, è possibile che il fatto che questa fascia di età non sia così votata alla digitalizzazione, o che le manchi una certa familiarità con i mezzi di formazione digitali abbia contribuito a questa diminuzione impedendole di partecipare a formazioni continue online. In effetti, la proporzione della popolazione che dispone di competenze digitali generali più avanzate diminuisce fortemente con l’età Fonte (in tedesco e francese): OFS, Compétences numériques 2019 (www.statistique.ch → Trouver des statistiques → 16 – Culture, médias, société de l’information, sport → Société de l'information → Ensemble des indicateurs → Ménages et population → Compétences numériques ) . Lo stesso dicasi per l’utilizzo regolare di Internet: nel 2019, il 79% delle persone dai 60 ai 69 anni utilizzava Internet regolarmente contro solo il 53% di quelle di 70 anni e più, mentre la percentuale di quelle dai 14 ai 49 anni era di oltre il 98%. Fonte (in tedesco e francese): OFS, Compétences numériques 2020 (www.statistique.ch → Trouver des statistiques → 16 – Culture, médias, société de l’information, sport → Société de l'information → Ensemble des indicateurs → Ménages et population → Utilisation d’Internet )
Paragone per Grande Regione
Anche osservato in funzione delle Grandi Regioni, il calo del tasso di partecipazione alla formazione continua è visibile ovunque. Tra il 2019 e il 2020, tutte le regioni hanno subito una variazione simile: nessun tasso di partecipazione diminuisce più in una Grande Regione che in un’altra.

Infatti, tra il 2019 e il 2020, le variazioni percentuali oscillano tra il –16% per la regione Svizzera nordoccidentale e il –21% per la regione Svizzera orientale (v. G4). Dopo il forte calo nel secondo trimestre, la ripresa rispetto al tasso di partecipazione degli anni precedenti è stata simile in tutte le regioni.
Paragone secondo la professione esercitata
e la sezione economica
Professione esercitata (grandi gruppi ISCO La professione esercitata è stata classificata secondo la classificazione internazionale tipo di professioni (ISCO) con un grado di aggregazione in funzione del gruppo più elevato (grande gruppo). )
Se si paragona il tasso di partecipazione alla formazione continua tra il 2019 e il 2020 nell’ottica della professione esercitata, si nota che alcuni gruppi di professioni hanno subito le conseguenze della crisi di COVID-19 più di altri. I gruppi di professioni per i quali il calo in termini relativi è stato più netto sono «Professioni nelle attività commerciali e nei servizi» (–26%), «Personale specializzato addetto all’agricoltura, alle foreste e alla pesca» (–31%) e «Artigiani e operai specializzati» (–24%) (v. G5). Rispetto al 2019, nel 2020 tutti gli altri gruppi di professioni hanno subito una diminuzione in termini relativi inferiore al 20%. Al contrario, i gruppi di professioni che hanno subito il minor impatto della crisi sono i gruppi «Professioni intellettuali e scientifiche» (–14%) e «Professioni tecniche intermedie» Si tratta di gruppi di professioni che, secondo la CITP, richiedono una formazione di livello terziario. (–16%).

I gruppi di professioni «Professioni intellettuali e scientifiche» e «Professioni tecniche intermedie» sono quelli che hanno presentato la minor diminuzione del tasso di partecipazione alla formazione continua tra il 2019 e il 2020.
In generale, vi sono varie tesi possibili per spiegare le variazioni del tasso di partecipazione alla formazione continua più marcate in certi gruppi di professioni che in altri. Alcuni gruppi di professioni fanno parte di settori che sono rimasti chiusi durante la crisi sanitaria. È possibile che tali chiusure abbiano avuto un impatto sulla partecipazione alla formazione continua delle persone che esercitano queste professioni. D’altro canto, è possibile che alcune formazioni continue online non siano adattate per determinate professioni e che il divieto dell’insegnamento presenziale abbia semplicemente impedito ad alcuni gruppi di professioni di partecipare a formazioni continue. Nello studio della FSEA dedicato alle ripercussioni della pandemia di coronavirus sulla formazione continua (sebbene lo studio non sia differenziato per gruppo di professioni), i fornitori di corsi interrogati hanno infatti dichiarato che «nel 2020 un quarto dell’offerta di formazione non ha potuto avere luogo perché non è stato possibile trasporre, recuperare né organizzare online una parte dell‘offerta». Gollob, Sofie/Fleischli, Martina/Sgier, Irena, op. cit., pag. 26 (in francese). Tuttavia, queste ipotesi andrebbero approfondite perché possano essere confermate.
Si attira l’attenzione sul fatto che le professioni del settore sanitario e delle cure sono comprese nei due gruppi di professioni che nel 2020 hanno subito meno il calo del tasso di partecipazione alla formazione continua rispetto al 2019, ossia quelli delle «Professioni intellettuali e scientifiche» e delle «Professioni tecniche intermedie». Tuttavia, se si osserva il tasso di partecipazione alla formazione continua suddiviso per sezione economica (v. punto seguente), si rileva che, in termini relativi, la sezione «Sanità e assistenza sociale» è quella che ha incassato il calo più massiccio di partecipazione alla formazione continua rispetto al 2019. È quindi possibile che, sottraendo la sezione «Sanità e assistenza sociale» dai due gruppi di professioni summenzionati meno colpiti dalla crisi sanitaria di altri, la diminuzione relativa del tasso di partecipazione alla formazione continua per questi due gruppi possa essere ancora più contenuta.
Sezione economica La sezione economica è stata definita secondo la Nomenclature generale delle attività economiche (NOGA) 2008. Alcuni rami sono stati raggruppati in ragione del numero di casi talora contenuto.
Tra il 2019 e il 2020, il tasso di partecipazione alla formazione continua ha subito un impatto più o meno importante a seconda delle sezioni economiche. Le sezioni per le quali tra il 2019 e il 2020 è stata registrata la maggiore differenza del tasso di partecipazione in termini relativi sono state le sezioni «Sanità e assistenza sociale» (–25%), «Costruzioni» (–21%) e «Servizi di alloggio e di ristorazione» (–26%).
Al contrario, ad aver subito meno la crisi sanitaria in termini relativi di tasso di partecipazione alla formazione continua è stata la sezione «Informazione e comunicazione; attività artistiche, di intrattenimento e divertimento» (–4%; v. G6). Peraltro, questa categoria è stata l’unica a non aver registrato un calo sensibile rispetto al 2019.
Il fatto che la sezione economica «Sanità e assistenza sociale» rientri tra le sezioni che hanno subito uno dei maggiori cali del tasso di partecipazione alla formazione continua può essere dovuto al fatto che sia uno dei settori più fortemente mobilitati durante la crisi sanitaria. Probabilmente le persone che lavorano in questa sezione erano più occupate a gestire le conseguenze sanitarie della crisi che a partecipare a formazioni continue. Per quanto riguarda il calo del tasso di partecipazione alla formazione continua della sezione economica «Servizi di alloggio e di ristorazione», secondo in ordine di importanza, è possibile che sia dovuto alle chiusure delle strutture decretate nel 2020.